Un libro autobiografico di José Saulo Sardo, Presidente dell`ADANPIB, l`Associazione dei discendenti italiani dei primi immigranti italiani giunti in Santa Catarina, nel 1836.
Partiti dal porto di Genova, 136 italiani giunsero a Desterro, oggi Florianopolis, stabilirono la prima loro comunità a circa 80 chilometri, in località São João Batista. Qui costituirono la Colonia Nuova Italia che sopravvisse agli attacchi degli indios, a pandemie e alle frequenti esondazioni del fiume Tijucas-Grande.
L`evento della presentazione del libro, il 10 luglio 2024, nella "Câmara de Vereadores", in São João Batista, fa parte delle consuete manifestazioni di cultura italiana organizzate dai discendenti, ormai giunti alla nona generazione: André Pesco, André Riolfo, Antonio Alerto, Antonio Caviglia, Antonio Montado, Bartolomeu Sarda, Bernardo Gambelli, Blausoro Busano, Davi Ramascy, Domenico Mattia, Filippo Giordino, Filippo Poleres, Giacomo Pesco, Giacomo Pislori, Giacomo Riban, Giovanni Benotti, Giovanni Grosso, Giovanni Pesco, Giovanni Rilla, Giovanni Busano, Giuseppe Busano, Giuseppe Valerino, Giuseppe Zunino, Luigi Ratto, Mattia Pastorio, Michele Pesco, Santo Madona, Sebastiano Pesco, Stefano Formento, Stefano Suzeno, Vicente Peres, José Saulo Sardo (Presidente).
Questo libro rappresenta una testimonianza storica che cancella la credenza della prima immigrazione considerata erroneamente, nella prima decade del 1870, nello Stato di Espirito Santo. Una immigrazione silenziosa, nemmeno citata nei libri didattici italiani, fino agli anni 2000.
In realtà, l`esistenza dei discendenti italiani fu scoperta casualmente nel 1947, dallo studioso di lingue ispano-americane prof. Giovanni Meo Zilio, docente alla Università Ca´Foscari, di Venezia. Questa la storia: con destino Buenos Aires, il professore dovette interrompere il viaggio a causa di una tempesta e, dato che l`aereo sarebbe ripartito dopo tre giorni da Florianopolis, decise di visitare la Serra Catarinese. Entrando in un bar di periferia per prendere un caffè, ascoltò alcuni ragazzi che parlavano veneto. Si avvicinò e chiese se stavano facendo turismo. La risposta lasciò il professore stupito: "Noialtri perlemo la lengua dei nostri nonni", risposero. Quindi, il professore cominciò a prendere nota del linguaggio di questi ragazzi.
Più tardi, rientrato in Italia, convinse una commissione di docenti dell` Università di Trento a fare le prime ricerche demografiche e storiche sugli italiani in Brasile. Si scoprirono, testi di poesie, libri e altri documenti, tutto in lingua veneto-trentina, italiano e portoghese a prova della origine etnica di queste comunità.
La storia della immigrazione italiana in Brasile che ormai conta milioni di discendenti, è appena cominciata e ci sarà modo di scoprire ancora molto, con nuovi studi e nuove ricerche.
Gian Pietro Bontempi
*Scrittore e Giornalista- Direttore Esecutivo Cultura ADANPIB- Presidente della Associazione Musicale e Culturale di Pomerode-SC..Brasile